Cosa si può fare quando la postura è molto compromessa?

Limitazioni gravi e casi estremi

Quando arriva un cliente con un corpo molto fuori asse, con una forte scoliosi, con un'iperlordosi o ipercifosi, con un'anca artificiale, con delle vertebre fuse, con legamenti rotti nel ginocchio o nelle spalle...si può ancora pretendere di raddrizzare e allineare il corpo perfettamente?

Certo che alcune limitazioni possono esserci talmente 'solidificate' come nel caso delle vertebre fuse, che non c'è una via di ritorno come può esserci per altre persone che non hanno pezzi estranei o rigidità straordinarie nel loro corpo.

Torniamo al motivo per cui Ida Rolf ha insistito tanto sull'allineamento del corpo nel campo di gravità:

Quando il corpo è allineato, la forza di gravità fluisce attraverso esso e diventa 'terapista'

Questo fa star bene la persona con più energia e libertà. Ma cosa dobbiamo fare quando siamo lontani dalla possibilità di un allineamento perfetto? 

 

Trovare adattabilità e sostegno

In casi estremi possiamo anche focalizzarci su altro per far star meglio le persone: quanta adattabilità possiamo trovare tra le risorse (fisiche e mentali) del cliente? Se un'articolazione non si muove, come possiamo aiutare le altre articolazioni a collaborare meglio nell'insieme del movimento e della postura più comoda possibile?

Oppure, quanto sostegno arriva dai piedi o dalla percezione dello spazio per integrare delle parti immobili nell'insieme?

 

Plasticità fisica e mentale più importanti della postura ideale

Trovo ogni giorno delle persone anche anziane e meno anziane con un corpo plasmabile e una mente plastica che permette di trovare bellissimi miglioramenti. Miglioramenti che tolgono i dolori, facilitano il movimento e migliorano la postura pur non arrivando ad un allineamento perfetto. Che bello quando dopo qualche seduta si dimenticano il bastone...

 

La vita non è una foto

Dobbiamo stare attenti ai limiti mentali che ci imponiamo, come 'ho la lordosi', 'ho una scoliosi', 'ho sempre avuto problemi al collo', 'ho la cartilagine consumata'. Tutto quello è una foto, ma la vita è un film. E noi siamo gli attori protagonisti che possono influenzare come prosegue la nostra storia.