La scoperta nella prevenzione

La maggior parte delle persone che vengono per una seduta di Rolfing® ha dei sintomi, dolori, ha già provato di tutto. E anche se spesso troviamo una via di uscita perché nel Rolfing® lavoriamo con altri punti di vista e con tecniche diverse, perché non iniziamo prima a prenderci cura di noi?

 

La prevenzione sembra non essere una priorità. Ed è un peccato per la spesa sanitaria nazionale e per la esperienza di vita della persona.

 

Prevenzione non significa soltanto evitare dolori futuri, evitare la 'usura' delle articolazioni, evitare cadute, evitare interventi chirurgici. Prevenzione nell'approccio di un Rolfer® è sempre un percorso di cambiamento e scoprire qualcosa di nuovo. Per esempio, un nuovo modo di appoggiare il piede che cambia l'asse di movimento e quindi il modo in cui le forze vengono assorbite e trasmesse attraverso il ginocchio, l'anca e la schiena. Il movimento diventa più leggero, più facile, più forte, più stabile. Chi stava bene sta meglio.

 

Queste novità non sono evidenti. Infatti l'immagine di sé e i schemi di movimenti che abbiamo acquisito durante la nostra vita impediscono la esplorazione del nuovo. Come fa invece un neonato che deve scoprire per la prima volta come raggiungere un oggetto, come girarsi, come alzarsi.

I risultati di queste esplorazioni ripetute vengono immagazzinati e diventano i nostri schemi motori. Ogni tanto qualcosa va storto nel processo di sviluppo, ma soprattutto da grandi cominciamo a sovrapporci delle contratture. E quindi questi schemi che erano efficienti cambiano, per esempio quando alziamo le spalle quando gesticoliamo e quando lavoriamo dietro al computer. O quando siamo convinti di dover contrarre gli addominali per fare qualsiasi movimento.

 

Ma cambiare si può ed è una delle belle scoperte che le persone fanno quando provano qualcosa di diverso in ogni seduta di Rolfing®.