Per una integrazione strutturale nel recupero post-traumatico

I traumi hanno spesso più di una causa e più di una dimensione, e non possono essere risolti definitivamente con un approccio riduttivo. Ci vuole più di tecnica e competenza, ci vuole anche una capacità di vedere, ascoltare, sentire, accompagnare, esserci.

Se parliamo di traumi fisici, dopo incidenti o interventi chirugici, la fisioterapia riesce a fare molto. Dove si ferma il fisioterapista, il Rolfer™ ha ancora delle possibilità. Lavorando con un tocco diverso, non necessariamente più forte, riesce a liberare ulteriori aderenze e tensioni. Inoltre, lavora sulla integrazione della parte traumatizzata nel resto della struttura e del corpo vissuto, aiuta a creare un movimento integrato. E ogni tanto capita persino che si riesce a dare una svolta ad una storia che si protrae da tempo.

Le cicatrici non sono da trascurare. Lavorando sulle cicatrici riusciamo ad influenzare le tensioni che esse portano dentro il corpo e l'immagine del corpo del cliente, come anche l'aspetto estetico, perché anche le cicatrici sono vive e quasi tutte si lasciano rimodellare.

I traumi emozionali sono in primo luogo il campo dei psicologi e psicoterapeuti. Ma non sempre le persone sanno di avere dei traumi emozionali. E quando uno viene in superficie, il tocco competente è un fattore che può aiutare a liberarci dai traumi immagazzinati nei tessuti da tempo senza dover rivivere il trauma. Il Rolfing® inoltre ci mette con i piedi per terra, nel qui ed ora e quindi ci porta fuori dalla testa nel corpo e nel mondo.

Il cosiddetto trauma della nascita non è banale, ho visto tante persone di tutte le età con il diaframma 'bloccato' che sono nati con il parto cesario. E così ci sono tante altre esperienze poco prima, durante e dopo la nascita che non sempre abbiamo elaborato e che ci infastidiscono in modo nascosto. Su questo tema il lavoro craniosacrale può fare moltissimo.

I traumi spirituali: questo è il campo dei sacerdoti e dei maestri spirituali. Siamo in crisi quando non abbiamo più una risposta alle domande più importanti: qual'è il senso della mia vita, chi sono, da dove vengo, dove vado? Se rimangono irrisolte in molti casi producono un riflesso sugli organi, ossa e/o muscoli. Anche qui, nel lavoro craniosacrale i problemi possono venire in superficie, e allora uno può ritrovare l'inizio del suo percorso per 'tornare a casa'.

Ci vuole molta umiltà e pazienza per accompagnare le persone nei loro traumi. L'importante è non arrenderci e bloccarci, ma trovare la propria via d'uscita.